COME DIVENTARE IMPRENDITORE,
ANCHE DA DIPENDENTE
Dopo la pausa estiva, sono tornati i Phygital Work Talk: la serie di eventi per la trasformazione phygital dei contesti organizzativi, condotta dal nostro vicepresidente Andrea Cioffi e da Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di digital wellbeing.
Il settimo incontro, ispirato al principio del Phygital Work Manifesto legato al tema dell’imprenditorialità, ha cercato di dare una risposta a diverse domande: “Cosa serve per diventare un imprenditore? “, “Come capire se si è un imprenditore?”, “Come partire da zero per diventare imprenditore?”.
A partecipare al confronto due ospiti speciali:
- Giacomo Rossetto, Sales Operations Manager ad Acquapro srl;
- Katia Sagrafena, Co-fondatore gruppo Vetrya S.p.A.
Ma cosa ne pensano i nativi digitali? Marta Laneri e Aurora Caporossi hanno offerto il loro punto di vista sul mondo del lavoro.
UN AMBIENTE DI LAVORO PHYGITAL SI DISTINGUE PER LO SPIRITO DI
IMPRENDITORIALITÀ
Oggi più che mai, con la crisi pandemica, l’apertura al cambiamento è una caratteristica indispensabile per sopravvivere in un contesto in forte rivoluzione.
Per questo un ambiente di lavoro phygital sfida la logica convenzionale, per mettere in discussione modelli e prassi gestionali consolidate nel tempo ereditate da un passato che oggi non esiste più.
Lo spirito di imprenditorialità si correla e si sviluppa con lo spirito d’iniziativa, che a sua volta contempla la cultura dell’errore, dove gli sbagli sono visti come momenti di crescita e progresso, un miglioramento continuo che giova al singolo e al gruppo come insieme.
L’OPINIONE DELLA GENERAZIONE Z: IMPRENDITORIALITÀ NELLA CARRIERA PROFESSIONALE E ACCADEMICA
In un mondo che cambia velocemente, l’opinione dei giovani attitudinalmente più aperti all’innovazione, può essere di ispirazione per i processi interni aziendali.
Aurora Caporossi lavora come marketing intern presso Acta Fintech, una piccola agenzia in Roma che le dato la possibilità di imparare e sperimentare ogni giorno. Da circa un anno, insieme ad altri due giovani professionisti, ha fondato la propria Associazione: Animenta, una realtà che si occupa di disturbi del comportamento alimentare (DCA), che sono spesso in contrasto con l’ottica ideologizzante promossa negativamente dai social media.
“Attraverso questa Associazione ho potuto non solo mettere in gioco il mio spirito imprenditoriale ma anche sviluppare uno spirito critico per comprendere il ruolo dei giovani all’interno della società: sono portatori di un cambiamento sociale. Con Animenta stiamo cercando di sviluppare una cultura digitale che permetta ai giovani di capire come rapportarsi con sé stessi e gli altri.”
Uno spirito di imprenditoriale nato lavorando e fiorito mettendosi in gioco, cercando di cambiare il mondo esterno.
In questo cambiamento anche le parole concorrono a creare il reale: c’è differenza nel definire le persone interne dipendente o collega, poiché nel primo caso si suggerisce l’idea del “dipendere da altri” e aspettare indicazioni, nel secondo si sviluppa la propensione all’agire e si diffonde il senso della responsabilità.
Marta Laneri è attualmente in stage presso Kantar, come brand strategy e guidance. Si mostra d’accordo con Aurora nel credere che il senso di imprenditorialità si costruisca nel tempo.
“L’imprenditorialità si lega all’intraprendenza e alla proattività. Questi aspetti hanno caratterizzato anche il mio percorso accademico: ho colto e sfruttato tutte le varie opportunità che mi si ponevano davanti. Ciò che mi auspico per il mondo del lavoro è di avere la possibilità di essere un imprenditore anche nelle vesti di un dipendente, avendo la possibilità di dire la mia ed essere ascoltata per esprimere tutto il mio potenziale."
Un’imprenditorialità che si sviluppa quindi sia nella carriera professionale sia nella crescita formativa e nel lifelong learning.
IMPRENDITORIALITÀ: UNA DIMENSIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA
L’imprenditorialità è spesso associata ad una dimensione individuale, ma ampliando l’orizzonte di osservazione racchiude in sé anche il gruppo e la collettività.
Katia Sagrafena ritiene che l’imprenditore sia colui in grado di promuovere lo sviluppo economico anche assumendosi il rischio. Il singolo però, per avere successo, ha bisogno dell’aiuto congiunto di una squadra che sappia sostenerlo, un team che ne condivide la visione e lo spirito di iniziativa.
Si tratta di un cambiamento culturale forte, verso nuovi processi organizzativi interni. Infatti, i modelli tradizionali di organizzazione aziendale prevedevano strutture piramidali dove al vertice vi era un capo e alla base un insieme di collaboratori concepiti come meri esecutori.
Modelli basati su principi culturali e disponibilità tecnologiche ormai lontani dal contesto attuale. Principi ottocenteschi elaborati in un periodo storico in cui vigeva una cultura del lavoro differente e dove la rivoluzione digitale non era nemmeno immaginata.
Oggi non è più così, non per tutte le aziende, non per quelle digitali, come Vetrya.
Con la crisi pandemica sono cambiate molte routine: con un employee journey sempre più digitale servono nuovi valori, nuovi servizi che sappiano aiutare l’azienda a crescere anche con i giovani che entrano nel mondo del lavoro. In questo contesto la comunicazione interna diventa uno strumento fondamentale per aumentare il coinvolgimento aziendale.
L’importanza della prossimità fisica non è però venuta meno, anzi. Oggi più che mai, con una cultura phygital del lavoro, i giovani della Generazione Z devono essere affiancati da persone con esperienza per concretizzare il loro potenziale. L’assenza di prossimità fisica ha fatto emergere il rischio del venire meno della vicinanza tra colleghi, e con essa l’aiuto reciproco e il feedback diretto.
La guida di un gruppo e la condivisione dei valori non può essere solo online, ma deve essere condivisa negli spazi per creare continuità: si deve creare un mondo del lavoro ibrido dove l’online integra l’offline ma non lo sostituisce.
Alla base c’è la fiducia: nel futuro, nel gruppo di lavoro e nelle persone che collaborano ad un progetto comune. L’individualità non solo è riconosciuta ma anche stimolata e gli imprenditori devono elaborare nuovi modelli e principi per riuscire a valorizzare i collaboratori e incentivare la crescita professionale.
COSTRUIRE LA PROPRIA IMPRENDITORIALITÀ
Giacomo Rossetto è nato e vissuto in un contesto famigliare in cui vigeva l’imprenditorialità. Per lui quindi questo valore si correla con la vocazione di costruire qualcosa, avere l’idea di sviluppare innovazione che sia un’opportunità anche per gli altri.
Al centro dell’imprenditorialità ci sono le persone: l’imprenditore è un leader che però deve essere accompagnato da un team che lo sostenga. È un gioco di squadra in cui il leader deve comunque formarsi di continuo per mettere a frutto le capacità, proprie e altrui.
Le diverse esperienze vissute sono quindi utili a svilupparsi e creare la propria imprenditorialità: sbagliare, migliorare e incrementare.
“dalle esperienze presso altre aziende ho capito la mia strada. Io volevo essere imprenditore per permettere agli altri di sviluppare ciò che gli altri hanno permesso a me di sviluppare. La capacità di costruire, di dare ciò che si ha ricevuto”.
Il cambiamento è la costante per continuare a progredire e creare ciò che attualmente esiste, migliorando ciò che è sempre esistito. Si tratta di un concetto alla base anche della Beta Economy: la versione attuale dei dispositivi che possediamo non è altro che la versione superata dei dispositivi che disporremo in futuro, sempre più performanti.
Secondo la ricerca empirica condotta a supporto del Phygital Work Manifesto, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, i nativi digitali si riconoscono in questo valore. Il 48.8% del campione, composto da oltre mille giovani della Generazione Z, afferma di ricercare cambiamento nell’ambiente di lavoro.
In ottica sociale, accanto al concetto di costruire e creare si ha anche quello di cura. Un ambiente di lavoro phygital deve assicurare il benessere dei propri collaboratori e promuoverlo per creare un’atmosfera di lavoro positiva.
La crisi pandemica ha messo a dura prova la salute psichica delle persone: il ruolo del datore di lavoro è quello di assicurare il benessere e minimizzare lo stress vissuto dai singoli e dal gruppo.
LA SFIDA ALLA LOGICA CONVENZIONALE
Peggior nemico dell’imprenditorialità è la logica convenzionale: il “facciamo così perché è sempre stato fatto così”. Un nemico da affrontare con lo spirito critico, con l’interrogazione continua e la messa in discussione dei canoni tradizionali, non per distruggerli ma per consolidarli e innovarli.
La logica convenzionale può essere messa alla prova creando ostacoli, aumentando la diversità interna e i punti di vista. Le difficoltà e i confronti servono per trovare soluzioni e superare i problemi.
L’unico modo per guardare le cose con occhi diversi è la sfida, interrogarsi sul perché senza dare per scontato le attività che giornalmente si svolgono. In questo modo è possibile anche confermare il valore del proprio purpose aziendale e diffonderlo nel contesto organizzativo.
Allo stesso tempo ritorna l’importanza della prossimità fisica: lo stimolo all’innovazione può arrivare anche da momenti inaspettati di confronto con i colleghi durante una pausa caffè. Il collaboratore è così esso stesso uno stimolo: collabora ad aprire nuove prospettive proponendo la sua visione divergente, per creare poi un punto di contatto convergente.
QUAL È IL FUTURO DEL PHYGITAL WORK MANIFESTO
Un lavoro iniziato pre pandemia per realizzare un documento di ispirazione di 10 principi per le aziende che abbracciano la rivoluzione phygital.
Sono principi per le organizzazioni che vogliono innovare i processi di employer branding: una rivoluzione che abbraccia diverse funzioni aziendali dagli HR, fino al marketing e alla comunicazione.
Nell’ultimo quarter IAA Italy Chapter proporrà tante novità: percorsi di formazione e certificazioni e ricerche che andranno a comporre un osservatorio permanente per avere dei dati che guidino i nuovi modelli organizzativi ibridi. La logica è attrarre le persone giuste nella propria organizzazione e fidelizzarle in azienda.
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